Secondo l’ONU e l'Organizzazione mondiale della sanità, sul pianeta oggi sono circa un miliardo le persone che non hanno accesso ad una fonte di acqua potabile. Sebbene ci siano stati dei progressi negli ultimi anni, in Etiopia il 43% della popolazione non ha accesso all’acqua potabile mentre il 28% non ha accesso a servizi igienico sanitari adeguati. Inoltre, il 17% delle morti infantili sono attualmente associate alla diarrea, che rimane la terza causa di mortalità infantile sotto i 5 anni attribuita alla scarsità di igiene e al non accesso all’acqua.
Per assicurare l’accesso costante all’acqua potabile, diminuire le malattie infettive e garantire la sostenibilità ambientale, Parma per gli Altri ha individuato negli anni le bocche sorgive nel comprensorio di Shelallà e ha previsto l'incanalamento dell'acqua finalizzato alla sua raccolta e decantazione. Da qui, sfruttando la gravità, l'acqua è stata fatta defluire, verso punti diversi, drenando l'acqua residua a distanza di sicurezza, in modo da mantenere asciutte le aree circostanti le fonti. Questo intervento ha assicurato acqua pulita per uso umano, facilitando la formazione più a valle di serbatoi naturali per uso animale. Il sistema progettato ha permesso la connessione di punti nevralgici di distribuzione di acqua nel distretto, quali la scuola pubblica, il centro sanitario e gli agglomerati di tukul.
Si è proceduto, inoltre, con la realizzazione di una rete idrica implementando una linea esistente, attraverso la sostituzione di alcune tubazioni deteriorate, e prolungando il sistema dal villaggio di Koicho fino a quello di Shelallà. La rete idrica utilizza l’acqua proveniente da una sorgente che attualmente alimenta un serbatoio principale, dal quale viene prelevata solo l’acqua in eccesso (overflow).
Ad oggi si continua a lavorare sul miglioramento della rete idrica esistente, aprendo nuovi punti di approvvigionamento e potenziando i sistemi di irrigazione dei terreni destinati alla coltivazione.