L’apicoltura è una pratica ancestrale in Etiopia, da sempre importantissima per il Paese, sia dal punto di vista economico che socioculturale. Il miele, in particolare, è un bene davvero prezioso in Etiopia, non soltanto per il suo elevato valore nutritivo ma anche perché è un ingrediente fondamentale per la preparazione del tej, una tradizionale bevanda idroalcolica.
Non tutte le comunità etiopi producono lo stesso tipo di miele: ogni area ha le proprie caratteristiche ambientali e climatiche, che danno origine a essenze floreali specifiche.
Nel 2010 Parma per Gli Altri, Modena per Gli Altri, CONAPI e Slow Food hanno dato vita alla Rete dei mieli d’Etiopia. Creata per salvaguardare e valorizzare un settore che più di ogni altro rappresenta la biodiversità e la ricchezza del territorio, la Rete ha come obiettivo lo sviluppo di un’apicoltura in grado di far coesistere i sistemi tradizionali di raccolta con le moderne tecniche di gestione degli alveari, in modo tale da innalzare gli standard quali-quantitativi della produzione e, di conseguenza, le possibilità di guadagno per i produttori.
Ad oggi la Rete dei Mieli comprende 19 associazioni/cooperative nella zona dell’Hadiya e del Dawro Konta, alle quali sono garantite formazione teorico-pratica, assistenza tecnica, dotazione di materiale e attrezzature, progressivo consolidamento del prodotto e suo posizionamento sul mercato nazionale. Grazie anche al coinvolgimento di CONAPI, è stato possibile lo scambio, il confronto e la condivisione di conoscenze non solo tra apicoltori in Etiopia, ma anche tra Italia ed Etiopia.
Inoltre, negli ultimi anni è emersa un’ulteriore area di guadagno per gli apicoltori: i derivati dalla produzione di miele, come la cera e, in futuro, la propoli. La Rete si è adoperata perché siano soprattutto le donne delle comunità a farsi carico della raccolta e della lavorazione della cera, incoraggiando la costruzione di cooperativeche assicurino loro una fonte di reddito. Le donne, dopo una adeguata formazione, hanno cominciato a raccogliere la cera degli alveari, a separarla dal miele e a filtrarla, con lo scopo di utilizzarla per la fabbricazione di candele e di piccoli oggetti da vendere.